Multitasking: la skill che non funziona (anche se tutti la ostentano)
Nell’era del “fare tutto e subito”, il multitasking è diventato sinonimo di efficienza, competenza e successo. Lo trovi nei CV, nelle offerte di lavoro, nei post motivazionali: la capacità di svolgere più attività contemporaneamente è considerata una soft skill imprescindibile. Ma fermiamoci un attimo e guardiamo ai dati, ai risultati, alla realtà del lavoro e della vita quotidiana: il multitasking è una bufala.
Non solo non migliora la produttività, ma ha effetti negativi documentati su memoria, concentrazione e qualità del lavoro. Ogni volta che passiamo da un’attività all’altra, da un compito all’altro, perdiamo tempo, focus ed energie mentali preziose. E no, non è questione di “allenarsi”: il cervello umano non è progettato per fare più cose contemporaneamente.
Perché il multitasking rallenta invece di accelerare
Quante volte, durante la giornata, crediamo di essere efficienti mentre rispondiamo a una mail, ascoltiamo un vocale su whatsapp, ci distraiamo aprendo mille schede, convinti di essere efficienti (ma alla fine perdiamo il filo) e pensiamo alla lista della spesa? Tante. Troppe. Ma la verità è che questa modalità operativa non ci rende smart. Ci fa solo perdere tempo.
Il multitasking implica un continuo cambio di contesto, cioè lo spostare rapidamente l’attenzione da un’attività all’altra. Ogni passaggio richiede un sforzo cognitivo: serve riorientarsi, ricordare dove si era rimasti, ricostruire il filo del discorso. Anche se dura pochi secondi, moltiplicalo per le decine di task che affronti ogni giorno… e otterrai una quantità enorme di tempo bruciato.
In pratica, il multitasking non esiste davvero: quello che accade è una rapida alternanza tra compiti, non una loro esecuzione simultanea. Il risultato? Maggiore poca attenzione, più errori, calo della qualità e un costante senso di affaticamento.
Il mito del multitasking nella vita lavorativa
Nel mondo delle attività lavorative e professionali, il mito del multitasking è ancora molto diffuso.
Sembra che chi ha la capacità (o il “grado”) di fare più cose contemporaneamente abbia una marcia in più. Ma i dati ci raccontano altro. Studi condotti da università come Stanford e Harvard hanno dimostrato che chi dichiara di essere bravo nel multitasking ha, in realtà, performance inferiori nei test di attenzione e memoria.
Chi cerca di gestire più attività contemporaneamente perde in focus, lucidità e visione d’insieme. Il pensiero critico si frammenta, si riduce la capacità di prendere decisioni ponderate. Questo vale nel lavoro come nella gestione della vita personale.
Multitasking e distrazione: un legame pericoloso
Il multitasking e la distrazione sono due facce della stessa medaglia. Quando ci abituiamo a fare mille cose insieme, alleniamo il cervello a non concentrarsi mai completamente. Ogni notifica, ogni suono di fondo, ogni stimolo visivo diventa una scusa per spostare l’attenzione altrove.
Così facendo, si innesca l’abitudine a una vigilanza superficiale, in cui siamo costantemente presenti ma mai davvero focalizzati. E questo stato mentale non è compatibile con una gestione del tempo efficace, né con risultati di qualità.
Chi lavora con frequenti interruzioni e alternanze caotiche fra le attività sviluppa un pensiero spezzettato, reattivo, incapace di visione a lungo termine.
Focalizzazione: l’antidoto più potente al multitasking
Per ottenere produttività reale, serve una rivoluzione: passare dal multitasking alla focalizzazione consapevole. Significa rieducare la mente a svolgere una cosa alla volta, con piena presenza e attenzione. Il modello di riferimento non è chi fa tutto insieme, ma chi sceglie di concentrarsi davvero.
L’obiettivo non è la velocità, ma la qualità sostenibile. Un professionista che lavora con focalizzazione è più preciso, meno stressato, più efficace e affidabile. Ogni compito alla volta è portato a termine con cura e intenzionalità. Questo approccio permette anche di valutare meglio le attività da svolgere, distinguere tra priorità e urgenze reali, ridurre al minimo il caos.
Perché il multitasking è incompatibile con la gestione efficace del tempo
Chi pratica multitasking vive l’illusione di risparmiare tempo, ma in realtà ne consuma di più. Pensaci: ogni volta che interrompi un’attività per iniziarne un’altra, perdi minuti preziosi nel ri-orientarti. Se consideri anche gli effetti negativi sulla motivazione e sulla fatica mentale, il conto è ancora più alto.
Una gestione del tempo efficace si fonda sull’impostazione di blocchi di lavoro, sulla programmazione di break mirati e sulla capacità di eliminare le attività superflue. Non serve diventare monaci zen: basta focalizzarci su una cosa per volta e difendere con cura gli spazi di concentrazione.
Monotasking: il vero superpotere per chi lavora davvero
Nel mondo del working moderno, l’abilità più sottovalutata è proprio la capacità di svolgere più attività, sì… ma una per volta. Il cosiddetto “monotasking” è ciò che distingue chi ottiene risultati da chi si limita ad apparire impegnato.
Scegliere di affrontare un compito alla volta, portarlo a termine e solo dopo passare al successivo, non è solo buon senso: è strategia. È ciò che ti permette di lavorare senza distrazioni, proteggere le tue energie mentali e prendere decisioni più efficaci.
Il multitasking è spesso usato per coprire una mancanza di chiarezza: non so da dove partire, quindi faccio un po’ di tutto. Ma questo approccio non è smart, è solo confusionario.
Come smontare il mito multitasking nella tua routine
Se vuoi smettere di sprecare tempo ed energie, ecco alcune strategie pratiche per uscire dal mito multitasking:
- Blocca il tempo: imposta intervalli di 25/50 minuti per un’attività specifica e rispettali
- Elimina le interruzioni: silenzia le notifiche, chiudi le schede non utili, metti il cellulare fuori vista
- Organizza la tua giornata per priorità, non per urgenze. Assegna a ogni task un momento preciso
- Definisci un tempo di inizio e fine per qualsiasi attività: ti aiuta a restare focalizzato e a prevenire la dispersione
- Inserisci pause reali tra un’attività e l’altra: anche solo 5 minuti per staccare davvero aiutano a rigenerare attenzione
Non serve fare tutto, serve fare bene
La realtà è semplice: fare più cose contemporaneamente non ti rende migliore, né più produttivo.
Ti rende solo più affaticato, più dispersivo, più stressato. Se vuoi davvero ottenere risultati, devi scegliere cosa conta e dedicarti a quello con la massima presenza.
In un mondo che corre e ti chiede di essere “sempre sul pezzo”, la vera rivoluzione è lavorare senza multitasking, coltivando la presenza mentale come vantaggio competitivo. Se siamo capaci di concentrarci su una sola attività alla volta non solo lavoriamo meglio, ma decidiamo meglio, viviamo meglio e abbiamo più successo.
Smetti di inseguire un mito, inizia a ottenere risultati
Il multitasking è una bufala. Non ti rende più efficiente, non ti aiuta a risparmiare tempo e non migliora la qualità del tuo lavoro. Al contrario, ti condanna alla disattenzione, alla confusione e alla frustrazione.
Se vuoi crescere davvero – nel lavoro e nella vita – smetti di credere nel mito del multitasking e abbraccia una nuova impostazione: una cosa alla volta, con presenza, intenzionalità e visione chiara.
Solo così potrai costruire produttività reale, proteggere le tue energie mentali e far fiorire davvero il tuo potenziale.